Nell’immagine sottostante Roberto Assagioli, fondatore della Psicosintesi, afferma che :
“La vita offre numerose occasioni di esperienza e di esercizio. Si può dire che abbiamo il laboratorio o l’officina sempre con noi” .
Come sostiene Assagioli, la vita rappresenta semplicemente un laboratorio esperienziale all’interno del quale ognuno di noi è messo di fronte a situazioni , occasioni che rappresentano apprendimenti importanti e necessari per il nostro processo evolutivo.
La Psicosintesi nasce infatti come una pratica esistenziale e solo successivamente è diventata un modello clinico e psicoterapeutico. Assagioli teneva molto a sottolineare questo aspetto educativo e pedagogico della sua dottrina proprio per rappresentarla come uno strumento nelle mani di tutti; dall’insegnante al ragazzo, dal padre al figlio, dalla casalinga al medico la pratica psicosintetica rappresenta un modo di vivere la vita consapevolmente.
La Psicosintesi ci insegna ad attivare una parte di noi chiamata l’Osservatore. L’Osservatore rappresenta la possibilità di guardarci dall’esterno; l’osservatore ci osserva come se fossimo un’altra persona che ci guarda, come un buon amico che riesce ad avere una visione più oggettiva e meno emotiva di quello che stiamo vivendo. Imparare ad osservarci da questo punto di vista esterno ci permette di staccarci momentaneamente dalle emozioni, dai pensieri, dalle nostre sensazioni che in quel momento ci invadono, per trovare un modo più sano di utilizzarle.
Praticare la psicosintesi significa avviare un processo di conoscenza di noi, delle nostre parti. Significa riconoscerle e imparare ad utilizzarle, come fossero strumenti indispensabili per il nostro lavoro d’officina. Saper usare la nostra molteplicità implica saperla riconoscere, dare un nome alle sue parti; imparare ad avviare un processo di analisi e successivamente di sintesi, per riportare l’armonia dell’unità.
L’officina alchemica
Assagioli paragona la vita ad un’officina alchemica perché ognuna delle nostre esperienze di vita, dalle più gioiose a quelle dolorose e incomprensibili, rappresentano la possibilità di crescere, comprendere, lavorare sulle nostre ferite. Ogni esperienza fa parte di un processo evolutivo necessario all’ anima per manifestarsi.
Partiamo dal presupposto che noi ci incarniamo per fare esperienze che ci permettono di evolvere a livello spirituale.
Ogni volta che la nostra anima si incarna è come se partecipassimo ad un percorso scolastico, alla fine del quale noi, come esseri spirituali, veniamo rimandati a varie materie. Queste materie possono essere paure da superare, relazioni da imparare a gestire, apprendimenti rispetto a varie qualità come l’altruismo, l’affidabilità, la pazienza, la volontà. Ogni percorso esperienziale ci mette alla prova su vari temi che, se non vengono appresi, digeriti, superati, si ripresentano la vita successiva, probabilmente ancora più incisivi, visibili per facilitarci nell’apprendimento.
La psicosintesi intesa come pratica educativa mette a disposizione dell’uomo vari tipologie di strumenti che possono attivare una visione più chiara di quello che rappresenta il nostro percorso evolutivo. Se riusciamo a capire quale sia la nostra direzione , la strada in questa vita, impareremo a diventare consapevoli.
Alcuni di questi strumenti sono:
- la biografia
- il diario
- il lavoro sulle sub-personalità
- il lavoro sulle polarità
- i questionari
- il lavoro sui sogni
- il diagramma dell’ovoide e della Stella delle funzioni psichiche
- la psicoterapia psicosintetica
I vuoti come occasioni di crescita
“La vita non procede per riempimento di vuoti, ma per conquista di spazi interiori”, Roberto Assagioli (immagine).
vuoti importanti, che tendono ad attirate la nostra energie emotiva e psicologica. Vuoti che diventano catalizzatori, intorno ai quali noi iniziamo a vivere nella speranza di trovare risarcimenti per colmarli. Pensiamo che la cosa più importante sia riempire quei buchi, di qualsiasi cosa, con qualsiasi mezzo. Ma no è così.
Assagioli sostiene che ogni esperienza negativa sia un insegnamento, che ogni sofferenza rappresenti la possibilità di fare un salto evolutivo di qualità superiore. Per questo i vuoti vanno semplicemente accettati, digeriti, vissuti.
Nella pratica psicosintetica la tecnica della disidentificazione rappresenta una metodologia efficace per affrontare qualsiasi tipo di difficoltà personale.
La disidentificazione si basa su di un principio fondamentale della vita psichica:“NOI SIAMO DOMINATI DA TUTTO QUELLO CON CUI IL NOSTRO IO SI IDENTIFICA. NOI POSSIAMO DOMINARE, DIRIGERE E UTILIZZARE TUTTO QUELLO DA CUI CI DISIDENTIFICHIAMO”.
In questo principio risiede il segreto della schiavitù o della libertà dell’uomo. Ogni volta che ci identifichiamo con una nostra debolezza, con un difetto, con un impulso, noi ci limitiamo e paralizziamo noi stessi. Ad esempio se diciamo a noi stessi “Io sono arrabbiato” diventiamo la rabbia che proviamo e ne siamo sopraffatti. Ma se nelle stesse condizioni di rabbia diciamo “Un’onda di rabbia cerca di invadermi” cambia l’effetto che la rabbia avrà su di noi. In questo caso ci sono due forze che cercano di contrastarsi: da un lato il nostro Io vigile e dall’altro la rabbia. Distinguendo l’Io dalla rabbia, l’Io non si fa travolgere, non si lascia invadere. Ci sentiamo altro dalla rabbia che stiamo provando e riusciamo a gestirla.
Attraverso la disidentificazione la persona riesce a fare a livello immaginativo un passo indietro rispetto al problema che sta vivendo, cambiano in questo modo la prospettiva, la distanza dalla situazione problematica. La disidentificazione ci permette di prendere distanza dalla sofferenza, di vederla in modo più chiaro, più distaccato a livello emotivo. Con la disidentificazione ci stacchiamo a livello immaginativo dalla carica emotiva dell’evento traumatico diventando osservatori più neutrali.
Ogni percorso di psicosintesi personale e di psicoterapia psicosintetica rappresenta un momento in cui alla persona vengono donati strumenti per lavorare su di sé. Essendo una pratica, la psicosintesi mette a disposizione della persona varie tecniche che vengono apprese e possono essere utilizzate indipendentemente dalla presenza o meno di un formatore/ psicoterapeuta.
L’uomo è l’officina, la psicosintesi e le sue tecniche gli attrezzi, gli strumenti nelle nostre abili mani.
Dott.ssa Gaia Spagnoli, psicologa e psicoterapeuta. Per consulenze psicologiche, percorsi di psicoterapia, seminari o altre richieste, puoi scriverle una mail all’indirizzo gaiapsiche@yahoo.it oppure telefonare al numero 347/7620657.
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