Diventare genitori vuol dire rimettersi in gioco, fare i conti e trovare un compromesso con i propri punti deboli, cercando allo stesso tempo di stabilire una continuità tra passato e presente.
La nascita del primo figlio esige da parte dei neogenitori consistenti cambiamenti psicologici, non solo a livello individuale, ma anche in quanto membri di una coppia.
E’ un passaggio alquanto impegnativo, ma la sollecitudine richiesta da questa fase di transizione è controbilanciata da un impareggiabile arricchimento in termini di maturazione personale, sia per le neomamme che per i neopapà.
Oltre a sollecitare aggiustamenti nell’identità e nella vita interiore, la transizione alla genitorialità esercita un impatto di notevole entità anche sul rapporto a due, che deve essere rinegoziato per far fronte alle esigenze della nuova situazione; l’immagine del partner si trasforma e si modificano le abitudini dell’intimità.
L’arrivo di un bebè pone in primo piano tante tematiche, quali: la cura del neonato, la questione di come essere coppia nei confronti del bambino, la riorganizzazione del lavoro domestico, la gestione del tempo libero, i rapporti con i genitori e gli amici, l’impegno per il mantenimento della famiglia.
Il cambiamento imposto nei ruoli e nella vita di relazione appartiene a tutti e due i neogenitori, anche se l’onere maggiore spetta solitamente alle neomamme, che oltre alle abituali incombenze, con l’arrivo del bebè si trovano sovraccaricate di nuove mansioni e responsabilità e sono costrette, frequentemente, a “congelare” la carriera lavorativa e molta parte della vita personale.
Evoluzione della coppia
Se è fuor di dubbio che la nascita di un bambino comporti un cambiamento di vasta portata, la direzione nella quale si orienterà questo momento evolutivo sarà diversa per ogni coppia, ma in termini generali, possiamo dire che molto di quanto succederà dopo l’arrivo del bebè è strettamente legato all’andamento della relazione prima della nascita del bambino e al modo in cui, nelle fantasie dei neogenitori, il bambino si inserisce nella relazione a due.
Ci sono alcuni neogenitori che sperano che il figlio avrà un effetto rinforzante sul legame di coppia, altri invece temono il nuovo arrivo possa mettere a repentaglio la stabilità del loro rapporto.
Alcune neomamme possono preoccuparsi al pensiero di quali saranno le reazioni del partner a seguito della presenza del bebè e così via.
Il mondo della fantasia, se lasciato senza briglie, può dar vita ad una produzione potenzialmente senza limiti e , a volte, pericolosamente lontana dalla realtà: è sempre meglio cercare di restare con i piedi per terra e rifuggire a immagini eccessivamente idealizzate, che ci fanno correre il rischio di trascurare le necessità delle persone reali.
E’ fondamentale ricordarsi che la perfezione non esiste e cercare di accettare e dare un nome, per quel che si riesce, alle proprie vulnerabilità.
Trovare il giusto equilibrio
Un’organizzazione familiare equilibrata si basa su un armonico bilanciamento tra le necessità soggettive di ciascuno dei partner e le esigenze della relazione.
Ciò che può rendere più semplice il raggiungimento di tale equilibrio è la presenza in entrambi i partner di un solido senso di identità; la capacità di decentrarsi e di considerare i diversi modi possibili di vedere le cose; la capacità di sapere discutere senza esacerbare i conflitti e senza creare delle impasse improduttive.
Queste qualità possono essere più o meno sviluppate in ognuno di noi; una neomamma e un neopapà che ne siano sensibilmente dotati saranno avvantaggiati perché potranno attingervi a piene mani per rinegoziare il loro equilibrio di coppia. Ciò non toglie che anche coloro che ne sono minuti in misura minore e che magari hanno instaurato una relazione meno equilibrata possano mettere a frutto l’occasione fornita dalla nascita del bebè per rimettersi in gioco, per potenziare le proprie competenze relazionali e per sviluppare la propria emhttp://www.psicosintesioggi.it/psicologia/empatia-relazione-terapeuta-pazientepatia, ossia la capacità di mettersi nei panni degli altri.
In ogni relazione l’intimità e la condivisione non rappresentano mai un punto d’arrivo che, una volta raggiunto, si mantiene definitivamente acquisito e inalterabile; il rapporto deve essere coltivato e nutrito giorno dopo giorno perché possa continuare a produrre i suoi frutti migliori, richiede dedizione e impegno da parte di entrambi i partner, i quali possono ricorrere a una serie di accorgimenti per agevolare la comunicazione reciproca. Tali accorgimenti hanno a che fare con l’esternare le proprie attese, cioè con il confrontarsi con il partner circa le aspettative che si nutrono sul bambino, su stessi e sul futuro insieme. Ciò è indubbiamente d’aiuto nel sentirsi più preparati a gestire il ruolo di genitori.
Un altro accorgimento è ritagliare del tempo per parlarsi, nonché l’affrontare un problema alla volta, in quanto stabilire delle priorità permette di guardare ai problemi con maggiore serenità.
E’ poi importante non trascurare l’intimità, anche semplicemente stando insieme a contemplare e coccolare il proprio bebè: questo è un ottimo modo per condividere le proprie emozioni.
Garantirsi un appoggio esterno ed avere qualcuno con cui confidarsi sono appigli impagabili per combattere le incertezze e gli scoraggiamenti.
Sarebbe inoltre utile provare ad assumere un’attitudine possibilista e aperta alla sperimentazione, sia per se stessi che per quanto riguarda il bambino. Un neonato è imprevedibile e cambia giorno dopo giorno, per cui non è possibile adottare stili di comportamento e atteggiamenti mentali rigidi e determinati una volta per tutte.
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