Psicologia Psicosintesi

L’imperfezione dell’essere

Tutti noi siamo esseri imperfetti!

Proprio per questo non riusciamo spesso a capire e ad accettare le nostre imperfezioni.

Viviamo le nostre esistenze alla ricerca continua di “perfezioni“, riconoscimenti, identificazioni sociali; compriamo continuamente “maschere” che ci aiutano ad inventare nuovi personaggi in cerca di avventure, nuovi e vecchi ruoli che confondono la nostra vera essenza, la nostra più intima natura ma che almeno ci fanno sentire di essere qualcosa, qualcuno.

C’è chi si crede un ingegnere, un buon padre, chi cerca di diventare una segretaria qualificata e chi invece crede di accontentarsi di essere una buona madre. Chi invece è convinto di raggiungere l’equilibrio comprando cose, accumulando beni e chi al contrario vende tutto e va in giro per il mondo godendosi quella fase della vita.

Ma se tutto questo viene raggiunto senza alcuna consapevolezza della propria natura, del proprio , spesso ci fa perdere anziché ritrovarci, ci inganna anziché chiarirci le idee, ci rende ancora più imperfetti di quello che siamo in realtà.

Impariamo a riconoscere la nostra “imperfezione”

Un grande maestro1 un giorno durante un  seminario esperienziale ci disse che in fondo noi tutti siamo solo un gruppo spaventato di tanti “umanotteri” in cerca di un senso. Mi divertì molto in un primo momento sentire quella parola: “umanotteri”; pensai che si associava bene all’immagine di tanti piccoli esserini quasi alieni, dalla forma strana magari con quattro braccia e gli occhioni grandi e sformati, che si muovono sinuosi e che parlano lingue sconosciute. Pensai che era proprio vero, che eravamo tutti un po’ strani, un po’ “umanotteri” nelle nostre stravaganti dinamiche emotive e psicologiche, nei nostri mille modi diversi di affrontare la sofferenza e di negarla allo stesso tempo. Eppure tutti così unici, interessanti nella loro peculiarità. Tutti bisognosi di dare un senso a tutto e soprattutto alla propria “imperfezione”.

Ci venne spiegato come ogni uomo si trova di fronte a tante prove difficilissime nel corso della sua vita, prove che apparentemente sembrano avere ottime soluzioni, buone vie di uscita ma solo da un’ acuta osservazione esterna.  Infatti sembra che chi la cerca questa attesa soluzione non la trovi così facilmente. Chi si trova in difficoltà perché magari affoga dalla rabbia o dal dolore non riesce a vedere oltre alle sue emozioni e non riesce ad individuare strategie di soluzione del problema perché la sofferenza è più forte del pensiero, perché la rabbia inaridisce e limita la creatività dell’uomo, perché quando si sta male ci sentiamo dentro una scatola rigida e stretta dalla quale non sappiamo uscire. Insomma il grande ingegnere o il super padre diventano semplicemente piccoli “umanotteri” in cerca di un senso, insieme alla segretaria specializzata e alla wonder woman  che rimangono sospese nei mille “perché” alieni.

Accettare l’imperfezione rende tutti…..migliori

Quante volte abbiamo pensato: “Ma perché questa cosa capita proprio a me?”

In quante situazioni ci siamo sentiti le uniche vittime del mondo, gli unici a subire quelle enormi ingiustizie, poveri zimbelli presi di mira dalla vita che spietata ha scagliato su di noi le sue più grandi pestilenze?

Questo senso di solitudine nel dolore, nell’ingiustizia, nella sfiga , nella rabbia ci emargina semplicemente di più; ci rinchiude in uno sgabuzzino buio e senza prese di luce, ci imprigiona nelle emozioni distruttive che corrodono, confondono, ci ingannano facendoci perdere la visone della realtà, l’oggettività della situazione e la possibilità di trovare soluzioni per stare meglio.

Tutte le volte che non riusciamo a dare un  senso alla sofferenza che ci è piovuta addosso perdiamo una buona occasione per crescere, per fare dei buoni apprendimenti.

Ma d’altra parte, come semplici “umanotteri” fa parte del nostro cammino cadere per rialzarci, deluderci per illuderci, odiare per tornare ad amare. Siamo tutti uomini e donne in cerca di un senso, in cerca di un piccolo riconoscimento, in cerca di specchi su cui riflettere le nostre forme, su cui riconoscere le nostre emozioni, in cerca di altri “umanotteri” imperfetti come noi. Solo nell’accettare la nostra natura imperfettibile impareremo ad essere tolleranti al dolore e alla sofferenza. Le delusioni si accavalleranno ma senza più soffocare il nostro bisogno di vivere, le paure si faranno meno forti e lasceranno spazio alla gioia di sperimentare, l’odio e la rabbia si perderanno nelle immagini di un amore incondizionato che avvolge tutto e tutti.

La nostra natura imperfetta racchiude in sé la possibilità di fallire, di creare sofferenza negli altri e dentro di noi; giustifica il dolore quando lasciamo che un amore finisca  e quando diventiamo genitori troppo fragili per essere presi a modello dai nostri figli. Il nostro essere imperfetti giustifica tutti gli errori di valutazione che facciamo, le fughe, i salti nel vuoto, le bugie che spesso raccontiamo a noi stessi e agli altri .

Diventa necessario imparare ad accettare la nostra imperfezione e dirci ogni tanto che abbiamo fatto del nostro meglio! Siamo sempre nel modo migliore che possiamo essere in quel momento della vita. Sbagliamo spesso, non riusciamo a raggiungere gli obiettivi che volevamo, deludiamo le persone che ci amano e siamo ladri d’amore….. ma siamo esseri imperfetti in cerca di un senso  che forse dall’esterno non si vede ma se guardiamo dentro  in fondo a tutti i nostri strati c’è!!

 

1 Dott. Antonio Tallerini (link video)

 

Dott.ssa Gaia Spagnoli, psicologo-psicoterapeuta psicosintetico. Riceve su appuntamento. Per info corsi e terapia anche via Skype contattarla al numero: 347/7620657. Indirizzo mail: gaiapsiche@yahoo.it.

 

Autore

Gaia Spagnoli

Gaia Spagnoli

Psicologa e psicoterapeuta. Si occupa del disagio psicologico negli adulti e negli adolescenti. Svolge psicoterapia individuale, di coppia, familiare e di gruppo.

Lascia un commento