Oggi siamo in compagnia di Roberto Maria Sassone, Psicologo, Psicoterapeuta, Analista Reichiano. Istruttore di Mindfulness. E’ stato allievo del neuropsichiatra Federico Navarro, pioniere del movimento reichiano in Italia e con lui ha fondato a Napoli nel 1979 la SEOR (Scuola Europea di Orgonoterapia). Ha fondato nel 1992 a Roma la SIAR (Scuola Italiana di Analisi Reichiana) di cui è didatta e docente, inoltre ha pubblicato con la Anima Edizioni “La Ricerca dell’Amore” (un ponte tra Reich e Sri Aurobindo), ”Il Guerriero Interiore” ed “Educazione alla Ricerca Interiore”.
Ciao Roberto, Una domanda che ricorre spesso tra le persone che iniziano un percorso di psicoterapia è se prima o poi torneranno ad essere normali. È questo lo scopo della terapia?
Lo scopo della terapia a mio avviso consiste nel riportare l’individuo ad essere naturale, ovvero ad esprimere ciò che sente e a manifestare i suoi talenti. Tornare ad essere normali è un non senso perché introduce un parametro di omologazione secondo un criterio che nessuno in realtà può stabilire, ma che spesso appartiene allo standard sociale passivamente accettato. La terapia aiuta a diventare ciò che si è sempre stati nella propria natura fondamentale. Ricordiamoci quindi che ognuno è speciale.
Qual’è secondo te la causa dei nostri disagi?
La causa dei nostri disagi è una struttura sociale e morale che ormai va contro ogni libera espressione individuale e che perpetua ed incentiva meccanismi di controllo e di suggestione.
Tu, oltre ad essere uno psicoterapeuta di lungo corso, sei un essere umano alla ricerca, e sappiamo che in questi anni hai incontrato la mindfulness e ne sei diventato istruttore. Alcune persone pensano che la mindfulness è una pratica che aiuta a rilassarsi, a calmarsi, a migliorare l’umore, sembra la panacea per tutti i mali. è così?
La mindfulness non è una pratica per rilassarsi e chi inizia a praticarla con questa suggestione rimane deluso perché la sua funzione è quella di sviluppare la consapevolezza delle strutture mentali ed emotive che ci imprigionano, sviluppare un’altra prospettiva da cui osservarsi chiaramente e far crescere un centro di coscienza in cui radicarsi e ritrovare la propria natura essenziale. Ovviamente tale processo induce anche col tempo una maggiore quiete interiore perché si impara a disidentificarsi da ciò che ci cattura e ci acceca. Si sviluppa la capacità di stare nelle cose per quello che sono. Un luogo comune è che la mindfulness procuri una scissione dalle emozioni; non è vero! Al contrario consente di poter stare in esse in piena presenza.
Che cosa non è mindfulness?
Non è mindfulness usare la pratica in maniera scorretta per fuggire dalla realtà, inseguendo stati di estasi
Oggi si parla molto di mindfulness, sappiamo della sua utilità in ambito psicoterapico con lo sviluppo dei protocolli MBSR e MBCT. Secondo te la Minfullness può sostituire la psicoterapia?
Qual’è la ragione della sua sempre maggiore diffusione?
Sappiamo che ultimamente hai dato vita ad una pratica che hai voluto chiamare Self-Mindfulness. Ci spieghi cos’è e quali sono state le motivazioni che hanno portato alla luce la Self-Mindfulness? Qual’è il suo valore aggiunto?
Nel mio intento il valore aggiunto della Self Mindfulness™ è quello di puntare molto sull’apertura del cuore per ricontattare uno spazio di Pienezza e di Identità essenziale. In ognuno di noi c’è un Nucleo di coscienza in cui semplicemente SIAMO. Per ciò curo particolarmente l’attenzione sul corpo e sulle emozioni.
Un ultima domanda prima di salutarci. Sarai ospite al convegno “Diventare Creatori della propria vita” organizzato dall’Istituto di Psicosintesi. Facciamo uno spoiler, in anteprima, ci dici, secondo te, come possiamo diventare creatori della nostra vita? 🙂
Per creare la nostra vita bisogna fare un durissimo lavoro per uscire dalla menzogna su noi stessi che ci raccontiamo giorno per giorno e iniziare ad avere la percezione di questo stato di pura coscienza in cui ritrovare se stessi.
– fine intervista –
Grazie Roberto!
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