Genitori e Figli

In attesa di un bambino

Solitamente al settimo mese di gravidanza molte donne in “attesa” iniziano a frequentare un corso di preparazione al parto che offre la Asl di riferimento. Questi corsi hanno l’obiettivo di creare una sorta di “rete” sociale intorno alle donne in attesa che permetta loro di essere seguite negli ultimi mesi da un punto di vista fisiologico, gestazione ed emotivo, per prepararsi al parto.

E infatti proprio dell’evento “PARTO” si parla in quegli incontri di gruppo; ginecologi e ostetriche, coadiuvate da un pediatra, cercano di dare un’infarinatura generale di quello che sarà il giorno del parto. Grande attenzione viene data alla respirazione che dovrebbe aiutare la partoriente durante il travaglio;  vengono proiettati spesso filmati di nascite, dell’allattamento. Si lascia molto spazio alla condivisione e alle domande delle donne rispetto ai mille dubbi e timori che in quel periodo della gestazione iniziano ad assillarle.

Proviamo per un attimo a pensare al “Corso di preparazione al parto” come ad un “PERCORSO” di preparazione alla Genitorialità. Da un punto di vista genitoriale l’attenzione viene in automatico data al bambino che sta per nascere e alla relazione tra i genitori e lo stesso.

In questa prospettiva diventa di fondamentale importanza l’attenzione al bambino che sta nascendo, l’attenzione a quell’anima  che è dentro al corpo di quel bambino che sta per nascere.

In Psicosintesi si parla dell’uomo come di un essere bio-psico-spirituale. Con questo si intende porre l’attenzione su tre parti fondamentali di cui ogni essere umano è composto: la parte biologica, il “corpo”; la parte psicologica, la “psiche” e una parte spirituale, che possiamo chiamare “anima”. Come nella medicina in generale in questi  corsi di preparazione al parto l’attenzione è data nella quasi totalità alla parte corpo soprattutto della mamma, una piccola percentuale alla parte psiche, sempre della mamma, e il nulla più assoluto alla parte anima sia della madre che tantomeno del bambino, che è preso in considerazione solo da un punto di vista fisiologico.

Questo è quello che solitamente accade al settimo mese di gestazione. Iniziamo a riflettere sul fatto che la gravidanza inizia nel momento in cui avviene il concepimento, non al settimo mese. Per questo motivo i corsi dovrebbero preparare i neo genitori da quel momento e non solo alla fine di quel percorso. Pensate anche al fatto che quell’anima, quel bambino,  esiste dal momento in cui è stato concepito, cresce con voi giorno dopo giorno per nove mesi. E in questo tempo c’è un’anima che ha scelto di incarnarsi in quel corpo che cresce e in quella psiche che si sviluppa.

DIMMI CHI SEI …E TI PARLERO’ DI ME

Per quattro anni ho condotto gruppi di preparazione alla genitorialità nella Asl di Livorno. Durante quell’esperienza meravigliosa ho cercato di sensibilizzare l’attenzione dei futuri genitori sul bambino che stava già crescendo dentro di loro.

Abbiamo lavorato insieme attraverso i sogni fatti durante la gestazione; partendo dal presupposto che il sogno rappresenti un’energia psichica inconscia fondamentale per ognuno di noi, possiamo ben capire come i sogni in gravidanza rappresentino uno spazio di condivisione psichica tra la madre e il bambino che sta crescendo.

Abbiamo fatto esperienza di visualizzazioni guidate con l’obiettivo di riuscire a “vedere” e percepire il bambino dentro la “pancia”. E tutto questo ha creato nel tempo un canale comunicativo fortissimo tra la mamma e il bambino. Non si è palato più di pance ma di bambini. A livello emotivo le donne si sono messe molto in gioco cerando di condividere nel gruppo tutte le loro percezioni più profonde , le loro proiezioni, i loro timori e le immagini che spesso accompagnano seppure inconsapevolmente i nove mesi di gestazione. Abbiamo cerato insieme di dare più importanza all’anima rispetto al corpo e ci siamo spesso riusciti.

Imparando a dialogare emotivamente col bambino nei nove mesi di gestazione, l’interazione madre-figlio e padre-figlio risulterà sicuramente più facile una volta venuto al modo.

Questa forma di attenzione rappresenta una energia che il bambino avvertirà nei mesi di gestazione; più si sentirà visto e più percepirà di essere amato, più si rassicurerà e si sentirà pronto a venire al mondo. Sarà quindi molto importante oltre alla preparazione della “culla” e della stanza per il neonato, costruire un “nido “affettivo di presenza e dialogo interiore  in tutti i nove mesi di gestazione, che risulterà fondamentale per la sua crescita .

Naturalmente anche la figura del “papà” rappresenta le fondamenta di questa “costruzione affettiva”. Non solo la madre, crescendolo dentro di sé, ma anche il padre dovrà nei nove mesi di gestazione costruire il suo rapporto col bambino facendo sentire la sua voce, la sua presenza e preparando a suo modo uno spazio psichico di accoglienza emotiva rassicurante.

Dott.ssa Gaia Spagnoli, psicologa e psicoterapeuta. Per consulenze psicologiche, percorsi di psicoterapia, seminari o altre richieste, puoi scriverle una mail all’indirizzo gaiapsiche@yahoo.it oppure telefonare al numero 347/7620657.

Autore

Gaia Spagnoli

Gaia Spagnoli

Psicologa e psicoterapeuta. Si occupa del disagio psicologico negli adulti e negli adolescenti. Svolge psicoterapia individuale, di coppia, familiare e di gruppo.

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