Dal gennaio 2012 vivo nel Mugello, terra magica. Qualche tempo dopo essermi trasferito ho scoperto che anche Valeria Uga aveva scelto di vivere nel Mugello. Avevamo condiviso il CTA (Corso Triennale di Autoformazione) durante la specializzazione in Psicosintesi Terapeutica e quindi ho pensato di contattarla. In seguito è nata un’amicizia e poi l’Associazione “Agape Psicosintesi Mugello“. Di seguito il testo elaborato insieme a Valeria nei termini di una intervista nella quale Valeria parla di se stessa e della sua esperienza di vita nel Mugello.
Alessandro: “Ti va di parlarci di te stessa e delle tue attività?”
Valeria: “Mi sono trasferita in Mugello nel 2010; ancora insegnavo all’Università e frequentavo la specializzazione in Psicosintesi terapeutica. Desideravo un luogo dove abitare, svolgendo l’attività professionale e sperimentando un po’ di Agricoltura biodinamica. Allora le concepivo semplicemente come parallele: la scoperta del potenziale sinergico tra Psicosintesi e Agricoltura biodinamica è successiva. Sempre più mi affezionavo a questa terra e mi prefiggevo di lavorare localmente, sebbene le zone rurali non siano terreno facile per uno psicoterapeuta. Rispetto all’accesso al sostegno psicologico, esistono approssimativamente tre fasce: da un lato, una con requisiti per essere seguita dai Servizi sanitari e sociali; all’opposto, quella, ristrettissima, che ha cultura e agiatezza sufficienti per intraprendere al bisogno una psicoterapia; nel mezzo, moltissime persone che si arrangiano a convivere con i propri disagi. Questo significa che, nella stragrande maggioranza dei casi, si interviene a catastrofe avvenuta.
Perché non diffondere sensibilità agli aspetti psicologici della vita quotidiana? Perché non familiarizzare le persone con la figura dello psicologo-psicoterapeuta, e non renderle più capaci di godersi la vita e di riconoscere il momento del bisogno, chiedendo aiuto senza vergogna prima di sprofondare?
Per inserirsi in questa “terra di mezzo”, con i colleghi Alice Carubbi e Alessandro Gambugiati abbiamo costituito nel 2015 l’associazione Agape Psicosintesi Mugello, poi riconosciuta Associazione di promozione sociale, e ammessa alla Consulta della Società della Salute del Mugello.
Esemplificando: la scorsa estate rileggo “
L’Atto di Volontà”, saggio di Roberto Assagioli in chiave non teoretica (volontà come concetto), bensì fenomenologica (esperienza della volontà). Lì Assagioli lancia il “Progetto Volontà”, affidando ai successori lo sviluppo del tema a lui caro. Raccogliendo questa sfida, ho proposto ai soci di Agape il “Mugello Will Project”: incontri teorico-esperienziali, finalizzati a riconoscere, sperimentare e perfezionare la volontà nelle sue svariate manifestazioni, tenuti presso I’ Barzello (simpatico ritrovo sul lago di Montelleri) e proseguiti oltre programma, per espresso desiderio dei partecipanti, alla Biblioteca di Vicchio. Di grande supporto per la preparazione è stato “La Nuova Volontà” di
Piero Ferrucci, didatta individuale nel mio percorso di specializzazione che non ringrazierò mai abbastanza”.
Alessandro: “Cosa è la PsicoTerraPia?”
Valeria: “In termini tecnici, la PsicoTerraPia consiste in interventi terapeutici svolti mediante l’utilizzo delle abituali attività agricole in un’azienda commerciale. Dunque una forma di Care farming, inserito nell’ambito della Green care, ampio spettro di interventi di promozione della salute caratterizzati dall’utilizzo di elementi viventi e non viventi della natura nei loro trattamenti, al fine di mantenere, promuovere o ristabilire lo stato dibenessere fisico, mentale, sociale ed educativo delle persone (Haubenhofer et al., 2010).PsicoTerraPia non è un errore di battitura: di questo nome sono debitrice ai colleghi Alice e Alessandro; ulteriori riflessioni sulla parola stessa permettono di coglierne la sorprendente precisione. Psiche e terra: tra la psiche umana e le attività di produzione del cibo esistono profonde analogie. Le pratiche agricole consentono di partecipare a processi esteriori corrispondenti a processi interiori non immediatamente visibili ma essenziali per crescere: le dinamiche interiori vengono rese accessibili al lavoro personale, passando dal piano simbolico al piano concreto e viceversa, in un contesto non giudicante.
Un dato significativo: i reinserimenti socio-lavorativi in agricoltura hanno una percentuale di successo nettamente superiore a quella di altri ambiti (50% vs. 11%, Di Iacovo, 2010). Forse il motivo è la possibilità di collegare i processi interiori che hanno bisogno di ripartire a processi esteriori sostenuti sia dall’opera dell’uomo, che dall’opera della Natura. Non si tratta solo di “terapia occupazionale”: l’agricoltura ha in più il collegamento esplicito con ritmi vitali più ampi che coinvolgono l’intero pianeta, forze sovraordinate fonte di guarigione. L’esperienza nella campagna diviene strumento di ri-connessione, racchiudendo in sé, naturalmente, quanto molte tecniche terapeutiche cercano di riprodurre.
“Uomo” deriva da “humus”, velo di suolo fertile alla base della vita. L’attuale stile di vita attenua la percezione dell’antico legame con Natura e Cosmo spingendo le persone verso l’estraneità a se stessi e comportamenti meccanici e ripetitivi, causa di inquietudine, smarrimento, insoddisfazione. Non sappiamo più udire il respiro dell’Anima: fortunatamente, ecco emergere nostalgia e desiderio di ricongiungimento. Ed ecco “Pia”, la “pietas”, sentimento religioso di profonda connessione (nel significato letterale di re-ligo: legarsi), che l’ambiente rurale, coltivato o selvatico, aiuta a ritrovare”.
Alessandro: “Vorrei che tu ci parlassi della speciale sinergia tra Psicosintesi e Agricoltura biodinamica che sta alla base del tuo modo di vedere le cose”
Valeria: “C’è un’affinità speciale tra Psicosintesi e Antroposofia, fondamento teorico dell’Agricoltura biodinamica. I due iniziatori,
Assagioli e
Rudolf Steiner, poggiano su una simile visione: concezione dell’Uomo olistica e multilivello, somma considerazione per gli aspetti spirituali della realtà, ricerca personale di consapevolezza, integrazione e
sintesi. La pratica psicosintetica nel contesto agricolo biodinamico può portare il Care farming ai massimi livelli: la chiave sta nel concetto biodinamico di “individualità agricola”. Siamo accolti nel ventre del complesso organismo aziendale, impegnato a conoscere e migliorare se stesso sempre di più, sotto la guida di uno spirito autocosciente e autonomo. Tale organismo impregna di sé la sua atmosfera, contribuendo al “clima relazionale positivo” (Alberti, 1997). Tutti i gesti compiuti al suo interno diventano terapeutici, da quelli “passivi”: riposarsi, ricevere conforto, contemplare, lasciar andare, assorbire (luce, pace, paesaggio, bellezza); a quelli “attivi”: allenamento di funzioni, evocazione di qualità, atto di volontà, modello ideale”.
Alessandro: “Quali altri target oltre a pazienti e formazione generica, cioè a chi potrebbe giovare un’esperienza di PsicoTerraPia?”
Valeria: “Se è vero che il paziente arriva non solo con i suoi sintomi, ma con tutto se stesso (biografia, valori, atteggiamenti…), ciò è altrettanto vero per il terapeuta, che nella relazione mette in gioco non solo ruolo e competenze, ma se stesso come essere umano. Assagioli considera l’influsso personale, spontaneo o deliberato, come tecnica psicosintetica (1973: 65). La mia scelta di avviare un’azienda agricola biodinamica è un’espressione di chi attualmente sono, emersa dal passato e orientata al futuro. Lo stesso vale per la scelta di diventare psicoterapeuta psicosintesista. Potrebbe accadere che il progetto di accogliere persone quassù tardi a realizzarsi, o non si realizzi affatto: tuttavia, pur continuando a vedere i pazienti “convenzionalmente”, porterei comunque con me quanto deriva dall’esperienza agricola. L’Agricoltura biodinamica richiede un impegno personale per sviluppare capacità distintive, che diventano nostre per sempre: presenza di spirito, rispetto, non rimanere sopraffatti. Ebbene, il lavoro sull’Anima chiede le stesse cose: essere presente per il paziente, non invaderlo, non essere invaso. In biodinamica, questo impari! Occorre rivedere il senso del tempo, cogliere il momento giusto nell’interazione di aspetti locali e cosmici. Cambia l’atteggiamento verso il mito del “fare a tutti i costi”: quella polarità fonte di agitazione, sovraccarico, sensi di colpa, che definirei inazione/impulsività, può evolversi in pazienza/prontezza, giungendo a sintesi nell’idea che ogni istante è un momento propizio, ora per attendere, ora per agire. Non è utile questo nuovo atteggiamento, oltre che nella vita, nella specificità dell’intervento terapeutico? Un’esperienza di lavoro agricolo gioverebbe a qualunque psicoterapeuta.
Anche gli agricoltori interessati all’agricoltura sociale potrebbero beneficiare di una formazione particolare. Elings e Hassink (2006) riportano che nel Care farming l’utente prende come “modello umano” l’agricoltore, piuttosto che il tutor, lo psicologo o l’assistente sociale, vissuti piuttosto come “ruolo”. L’agricoltore, con le sue competenze, il contatto con la realtà dell’azienda, la capacità di assumersi rischi calcolati, l’equilibrio tra fare e lasciar fare (agli altri, agli animali, al suolo, alle stagioni…), infonde chiarezza e sicurezza: senza chissà quali tecniche, semplicemente essendo se stesso. L’agricoltore costituisce un modello attrattivo e soprattutto accessibile. Non deve diventare un simil-socioperatore o masticare superficiali conoscenze psicologiche, ma essere consapevole delle sue potenzialità in quanto ESSERE UMANO che si rende disponibile come modello ad altri ESSERI UMANI. Un percorso psicosintetico offrirebbe valide indicazioni”.
Chi è interessato può contattare Valeria al seguente indirizzo:
Valeria Uga, PhDPsicologa, psicoterapeuta psicosintesista
(OT 4020)
Azienda agricola biologica “Per l’Era di Michele” (B2326 ICEA)
Frazione Rossoio 57, 50039 Vicchio FI055 8493162 – 339 2085549
Buon lavoro Valeria!
Dott. Alessandro Gambugiati
www.alessandrogambugiati.net
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