Cos’è il mentoring?
Il mentoring consiste nella trasmissione di esperienze e conoscenze da maestro ad allievo per mezzo di una relazione interpersonale. La principale differenza tra un mentore e un insegnante è che il mentore trasmette le sue conoscenze con stile personale, utilizzando prevalentemente modalità sintetiche e informali, mentre l’insegnamento è in genere associato alla trasmissione di conoscenze con modalità ordinarie, entro i limiti di un dato programma didattico.
A cosa serve il mentoring?
Sebbene il mentoring possa essere molto utile in qualsiasi settore della nostra vita, avere un buon mentore è di importanza fondamentale per tutti coloro che intendono puntare all’eccellenza nella loro professione. Per raggiungere l’eccellenza ci vuole un allenatore eccellente, qualcuno che ci prepari dal punto di vista tecnico, anche trasmettendoci la sua esperienza, ma soprattutto che sia capace di infonderci coraggio, specialmente nei momenti più difficili. Un buon mentore può influire molto positivamente sul nostro equipaggiamento, fino a fornirci il miglior “come si fa” reperibile sul mercato, incluse quelle “linee guida” difficilmente reperibili nelle pubblicazioni editoriali di settore.
Alcuni di noi possono aver sperimentato il mentoring all’interno di una relazione lavorativa con un capo o un collega che ci hanno aiutato a crescere sia sul piano professionale che personale, rendendo la nostra vita lavorativa più vitale e piacevole. Uno degli aspetti cruciali di questa relazione evolutiva è che quando qualcuno si prende genuinamente cura di noi, nel senso che si interessa davvero a ciò che facciamo, tendiamo a dare il meglio di noi stessi.
Quali altri vantaggi offre il mentoring?
Un buon mentore può aiutare il soggetto apprendente a lavorare bene anche in assenza delle 10.000 ore di esperienza lavorativa che secondo alcuni autori sarebbero necessarie per raggiungere standard di performance adeguati alle varie richieste del mercato. Attraverso le informazioni che il mentore gli trasmette, infatti, il soggetto apprendente può evitare alcuni degli errori che possono essere commessi per mancanza di esperienza.
Che influenza può avere il mentoring sul nostro percorso esistenziale?
Qualunque sia la nostra attività lavorativa, sul posto di lavoro stiamo investendo la cosa più preziosa che abbiamo: il nostro tempo. E visto che in genere le attività lavorative prendono una fetta consistente della nostra giornata (in Occidente circa 6-8 ore al giorno), occuparsi della qualità di questo tempo dovrebbe essere un’urgenza esistenziale.
Chi può beneficiare del mentoring?
Uno degli aspetti più interessanti circa il funzionamento della psiche umana è che essa è progettata per utilizzare sia le conoscenze che gli derivano dalla propria esperienza personale che le esperienze maturate da altri. In questa prospettiva, possiamo considerare ogni individuo come soggetto in grado di beneficiare del mentoring (essere umano come sistema biologico complesso che funziona meglio se supportato).
Ognuno di noi è infatti dotato di uno o più sistemi di credenze all’interno dei quali possono essere presenti informazioni vere (cioè sufficientemente in contatto con la realtà) o false (cioè vere solo nella nostra mente ma non corrispondenti alla realtà). Se le informazioni su cui basiamo il nostro quotidiano sono corrette, il nostro funzionamento sarà efficace; se non lo sono, o lo sono solo in parte, il rischio di operare errori di valutazione crescerà in proporzione alla qualità e alla quantità di informazioni corrette presenti nel sistema.
Cos’è il mentoring dal punto di vista psicoanalitico?
Dal punto di vista psicoanalitico, per il soggetto apprendente il mentore può diventare quel “padre buono” capace di ristrutturare l’eventuale esperienza vissuta con un padre deprivante o invadente. Viceversa, il mentore può vivere il soggetto apprendente come “figlio buono”: entrambe le esperienze (padre buono e figlio buono) sono attualmente piuttosto rare tra genitori e figli biologici a causa della condizione di crisi nella quale versa la famiglia in Occidente.
Cos’è il mentoring dal punto di vista psicosintetico?
Dal punto di vista psicosintetico il mentoring è crescere e aiutare gli altri a crescere. In entrambi i soggetti che stanno nella relazione di mentoring sono presenti varie subpersonalità, le quali tendono ad attrarsi o a respingersi in base al progetto evolutivo di entrambi. Il mentoring ci può aiutare a relazionarci con esse dal punto di vista privilegiato dell’Io disidentificato, che è destinato a governare le varie parti (o subpersonalità) ai fini dell’evoluzione.
Nella prospettiva psicosintetica il mentoring è una relazione evolutiva guidata dai rispettivi Sé, istanze che, secondo la tradizione ebraica, ogni volta che si incontrano danno vita ad un nuovo angelo. Nel crescere e nell’aiutare gli altri a crescere gettiamo i semi della Psicosintesi Globale alla quale è destinato l’essere umano.
Dott. Alessandro Gambugiati
psicologo psicoterapeuta docente scrittore
Firenze, via delle Torri 34/c
Prato, viale della Repubblica 153
3285390990 www.alessandrogambugiati.net
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