La biblioterapia rappresenta uno strumento terapeutico-educativo molto importante e molto usato all’interno della cornice psicosintetica.
Per biblioterapia si intende l’utilizzo del libro in terapia come mezzo di crescita personale e nutrimento della persona a livello psichico ed emotivo.
Il libro come strumento terapeutico
Tutti voi conoscerete sicuramente l’effetto che la lettura ha sul nostro modo di vivere. Quante volte fin da bambini vi sarete fatti trasportare da racconti fantastici, da personaggi mitologici o magici con cui avete passato molte ore della vostra vita. Potremmo ricordare Moby Dick e Oliver Twist ad esempio a rappresentare la sfida dell’uomo verso nuove conquiste, per superare i propri limiti. Oppure i libri di Giulio Verne che calando il lettore in mondi fantastici, stimolano il lettore a superare se stessi verso una nuova evoluzione e coscienza personale. Per arrivare da adulti a macinare pagine su pagine, dove l’immaginazione corre e ci trasporta fino a perdersi in una grande passione d’amore o nell’intrigo poliziesco di un giallo mozzafiato. Eppure, chi ha sempre letto, da per scontato questo valore della lettura, come trampolino dell’immaginazione e al tempo stesso fedele compagno di avventure. Ma non tutti abbiamo l’abitudine di leggere e sopratutto di farlo consapevoli che la scelta del libro rappresenta un momento di nutrimento psichico molto importante.
In terapia accade spesso di suggerire la lettura di un libro; per il terapeuta questa consegna rappresenta spesso una intuizione rispetto al percorso che sta facendo la persona ma anche una strategia terapeutica poiché ogni lettura rappresenta una attenzione particolare ad un aspetto personale e simbolico, che può portare a riflessioni importanti e trasformazioni a livello personale.
Leggere un libro durante il proprio percorso terapeutico rappresenta un momento di approfondimento importantissimo; spesso è proprio attraverso la lettura di un testo che la persona si disidentifica dal proprio vissuto , dalla propria ferita e riesce a guardarsi da un altro punto di vista , da quello del “protagonista”.
Attraverso la lettura si impara a leggersi dentro, ad immedesimarsi a livello emotivo, a sviluppare l’immaginazione e a lavorare con l’inconscio attraverso l’assimilazione inconsapevole di simboli e scenari narrati.
Il libro come strumento educativo
La funzione educativa della lettura è forse la prima con cui veniamo a contatto. A partire dalla scuola, ci nutriamo di testi che dovrebbero sviluppare la nostra capacità sintetica, simbolica, intellettiva. Per questo è fondamentale che i maestri e professori tengano ben presente quanto la scelta dei libri di lettura rappresenti una opportunità’ importantissima al dine della crescita dei ragazzi. Ma al di là della lettura scolastica, abbiamo la possibilità di scegliere istintivamente o consapevolmente le letture di cui nutrirci nei vari momenti della nostra vita.
Solitamente il ” passa parola” gioca un ruolo di rilievo nella scelta delle nostre letture: l’esperienza diretta di amici o conoscenti folgorati dalle pagine di un romanzo, ci portano spesso a sceglierlo come lettura . Ricordo ancora quando mi fu consiglia la lettura del libro “E venne chiamata due cuori” di M. Morgan. Incredibile lettura, un viaggio meraviglioso fatto attraverso gli occhi e il cuore di un popolo che a livello spirituale ha moltissimo da insegnare a tutti noi.
Ma anche l’istinto e l’intuizione diventano necessari quando si parla di libri. In terapia accade non di rado che alla persona venga suggerito questo esercizio: “entra in una libreria e dirigiti verso il reparto all’interno del quale vorrai scegliere una lettura. Di fronte allo scaffale rimani qualche momento a guardare semplicemente i colori dei libri, la loro copertina come in una sorta di “ascolto attivo”. Poni dentro di te l’intento di farti avvicinare da un libro che ha da insegnarti qualcosa e lascia che sia il libro a sceglierti, come se la mano fosse attratta da una calamita invisibile. Scegli allibro che ti ha chiamato……”.
Diventa ogni volta molto interessante vedere quale sia il messaggio o l’esperienza che il libro ci dona! Diventa una risonanza energetica tra noi e il libro, dove la scelta sembra dettata dalla parte più profonda di noi, quella parte Saggia, che sa curare e dare una direzione: il Sè.
Il libro che oggi mi ha scelto….
Oggi questo libro ha scelto me…….”DARE IL CUORE A CIO’ CHE CONTA” di Corrado Pensa e Neva Papachristou.
Aprendo casualmente le sue pagine, questo è il messaggio che mi è arrivato. Lo condivido con voi…..
….. “Le campane del Tempio”…..
Il tempio sorgeva su di un’isola a due miglia dalla costa. E aveva mille campane. Campane grandi, campane piccole, campane modellate dai migliori artigiani del mondo. Quando soffiava il vento o infuriava la tempesta, tutte le campane del tempio suonavano a distesa, all’unisono, producendo una sinfonia che mandava in estasi il cuore dell’ascoltatore. Ma , con il passare dei secoli, l’isola sprofondò nel mare e con essa il tempio e le campane. Un’antica leggenda narrava che le campane continuavano però a suonare senza sosta e che chiunque ascoltasse attentamente poteva udirle. Ispirato da questa leggenda, un giovane percorse migliaia di miglia, deciso ad udire quelle campane. Per giorni sedette sulla spiaggia, di fronte al posto dove una volta sorgeva il tempio, e ascoltò, ascoltò, con tutto il suo cuore. Ma tutto ciò che riusciva a sentire era il rumore delle onde che si infrangevano sulla spiaggia. Fece ogni sforzo per scacciare il rumore delle onde, così da poter sentire le campane. Ma tutto invano; il suono del mare sembrava invadere l’universo.
Perseverò per molte settimane. Quando si perdeva d’animo andava ad ascoltare i sapienti del villaggio che parlavano con devozione della leggenda delle campane del tempio e quelli che le avevano udite dimostravano che la leggenda era vera. E il suo cuore si infiammava nell’ascoltare le loro parole…solo per scoraggiarsi di nuovo quando settimane di ulteriori tentativi non davano alcun risultato. Alla fine decise di rinunciarci.
Forse non era destinato a essere uno di quei fortunati che sentivano le campane. Forse la leggenda non era poi vera. Sarebbe tornato a casa riconoscendo il proprio fallimento. Era il suo giorno e si recò nel suo posto preferito sulla spiaggia per dire addio al mare e al cielo e al vento e agli alberi di cocco. Si sdraiò sulla saggia, con lo sguardo rivolto verso il cielo, ascoltando il fragore del mare. E non oppose resistenza a quel rumore quel giorno. Invece, si abbondò a esso, e trovò che era un rumore piacevole, rasserenante, questo fragore delle onde. Ben presto si perse talmente in quel rumore da non essere quasi più cosciente di sé tanto profondo era il silenzio che quel suono produceva nel suo cuore. Nella profondità di quel silenzio lo sentì, il tintinnio di una campanella, seguito da un’altra, e un’altra ancora, e un’altra ancora…..ed ecco che ognuna delle mille campane del tempio suonava a distesa in un glorioso unisono, e il suo cuore fu rapito dalla meraviglia e dalla felicità. Se vuoi sentire le campane del tempio, ascolta il rumore del mare. (Anthony De Mello, Il canto degli uccelli. Frammenti di saggezza delle grandi religioni, Milano, San Paolo, 1995.).
Dott.ssa Gaia Spagnoli psicologo-psicoterapeuta psicosintetico. Per info corsi e terapia anche via Skype contattarla al numero 347/7620657.
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