Rabbia? …… No grazie!
Ogni giorno viviamo situazioni emotivamente cariche, spesso insopportabili, dove la Rabbia fa da “prima donna” nella moltitudine delle nostre energie psichiche.
Basta che qualcuno distrattamente ci tagli la strada o che in famiglia cada un giudizio pungente su di noi; oppure ancora meglio quando ci troviamo di fronte ad una nostra incapacità, un nostro limite dal quale non possiamo nasconderci. E’ così che la Rabbia si insinua nel nostro corpo localizzandosi nello stomaco o nella gola, producendo mal di STOMACO e il GROPPO IN GOLA; è così che la Rabbia dipinge i nostri Pensieri impedendoci di poterli scegliere, avviando un processo di “Ruminazione Mentale” stancante e distruttivo. Si può affermare che la RABBIA danneggia la nostra capacità di osservazione e valutazione di tutto ciò che ci circonda e come un ABILE NEMICO in poco tempo ci fa PRIGIONIERI, ci lega, ci imbavaglia e costringe la nostra consapevolezza in un imbuto emotivo senza via d’uscita.
La RABBIA fa cambiare la nostra fisionomia; i muscoli della nostra faccia si irrigidiscono allontanando anche soltanto l’idea di un sorriso, le nostre spalle tendono a chiudersi per proteggere la parte frontale del corpo (il cuore), la fronte si acciglia facendo ben vedere tutta la folla di pensieri rabbiosi, di ingiustizie che siamo sicuri di sentire su di noi in quel preciso momento.
E così NOI DIVENTIAMO LA RABBIA, spietato CARNEFICE che deve saziare la sua sete di GIUSTIZIA a tutti i costi.
La vita spesso ci insegna che La RABBIA non va semplicemente sfogata. La vita ci presenta sempre il conto in termini di dispendio energetico, di mal di testa, di isolamento, di tormento emotivo quando la Rabbia esplode e implode, danneggiando la persona e le sue relazioni.
E’ per questo che voglio dare due piccoli “rimedi pratici” per smorzare la Rabbia sul nascere e per evitare esplosioni emotive dannose e invalidanti.
DUE RIMEDI PER LA RABBIA
1° Rimedio: usare il movimento fisico per smorzare la rabbia
Partiamo dal presupposto che il nostro corpo rappresenta un veicolo importantissimo per l’espressione emotiva. Quindi anche la nostra Rabbia passa dal corpo, lo attraversa e in qualche modo lo trasforma.
Come ho scritto precedentemente, la Rabbia si manifesta nel corpo in vari modi: mal di testa, mal di stomaco, groppo alla gola, uno stato di attivazione ansiosa localizzata all’addome etc…. In tutti questi casi è opportuno impegnare il corpo praticamente in una attività fisica; fare una lunga camminata all’aria aperta, fare una corsa, operarsi in attività manuali come pulire casa, imbiancare una stanza, mettere in ordine la cantina etc… In questo modo i pensieri sulla Rabbia prenderanno meno spazio e attraverso l’attività fisica e la fatica sarà più facile smaltirli e allontanarli dalla nostra coscienza.
2° Rimedio: scrivere della rabbia
La scrittura rappresenta una tecnica catartica per entrare in contatto con le emozioni e quindi anche con la RABBIA.
Provate ad usare la scrittura in un momento di Rabbia.
Prendete un foglio bianco ed una penna e iniziate a buttare giù tutto quello a cui state pensando in quel momento, senza far caso a quello che scrivete o al modo in cui lo state scrivendo. Non rileggete le frasi assorbite dal foglio ma lasciate che la vostra mano scriva fino a quando avrà la forza per farlo. E’ come se doveste svuotare una borsa piena di oggetti dentro una scatola; la borsa è la vostra mente e la scatola è il foglio.
Il foglio di carta ha la capacità di assorbire lentamente la carica emotiva della RABBIA, sgonfiandola, rendendola più gestibile, più leggera, dandole una forma senza farla più dilagare. Il foglio diventa il contenitore della vostra RABBIA e la trattiene.
Ricordate sempre che non è possibile contrastare la RABBIA con un atto di repressione perché la RABBIA fa parte di noi e quindi sarebbe come lottare contro noi stessi e questa BATTAGLIA porterebbe alla DISGREGAZIONE.
L’attività fisica e la scrittura rappresentano due modi per evitare che noi ci identifichiamo con la RABBIA che stiamo provando; identificandoci meno con la Rabbia questa energia prende meno spazio dentro di noi .
Queste due attività ci permettono di OSSERVARE LA RABBIA e quindi di vederla al di fuori di noi e non più al nostro interno.
Naturalmente in molti casi l’ausilio di un percorso psicoterapeutico diventa un sostegno indispensabile.
Ma non sarebbe meglio dire “rabbia? sì grazie”. io ho passato una vita a dire di no alla rabbia e cosa ne ho ottenuto? un ulcera perforante. dal momento che ho iniziato ad incazzarmi sono stata meglio. certo, poi ho dovuto imparare a gestirla. ma oggi non direi “rabbia, no grazie”. piuttosto “Benvenuta Rabbia! che tu sia benedetta!” oppure “la rabbia non mi fa più paura!”